Scioccante, spiazzante, disarmante. Sorprendente, sconfinato, essenziale, universale. In una sola parola: visionario. Come uno Sturm und Drang il nuovo logo della Juventus F.C. squarcia il 2017, segnando un’era. La JLorean bianconera non ci porta semplicemente avanti di qualche anno, ma in un’altra epoca. Un impatto forte, netto, troppo grande per essere immediatamente e completamente compreso. Non si tratta del solito tradizionale restyling, l’obiettivo non è più essere al passo con i tempi, ma anticiparli, precorrerli. Le parole chiave sono visione e coraggio: la Juve vede in anticipo delle potenzialità, vede il futuro, oltre le attuali generazioni, mira a quelle che verranno; non ci saranno più solo i tifosi/clienti, ma anche i soli clienti, quelli che saranno fidelizzati prima dal marchio che dalla squadra. Indosseranno prodotti J, si recheranno presso ristoranti J, dormiranno presso alberghi J, a prescindere dal tifo calcistico. Magari simpatizzeranno per la Juventus dopo essere già diventati clienti J. Coraggio, perché ne occorre molto per rischiare, per stravolgere, quando si ha già un marchio vincente e conosciuto nel mondo, un fatturato crescente di anno in anno, quando sì è già molto avanti rispetto alla concorrenza sul suolo italiano. La Juve non fa un mero passo verso il futuro, non aggiunge più un gradino alla scalinata della crescita, non corre più sulla stessa pista dei competitor, non insegue più i fatturati dei migliori top club calcistici, non raddoppia, moltiplica. Aumenta in maniera esponenziale i settori in cui intende competere, in cui vuole irrompere con forza, in cui aspira a primeggiare per qualità ed eleganza. La Juventus crea un proprio brand, una J avvolgente, ma non invadente, che esprime forza, decisione, eleganza, ma soprattutto stile. Lo stile J. “Mes que un club”, ma non per ragioni politiche o territoriali. Juventus indicherà più che un club, un intero mondo.
Una scelta che se in un primo momento può apparire poco romantica e di rottura con la tradizione, è in realtà, da un punto di vista più intimo, l’esatto opposto. Per mantenere il proprio dna e continuare a vincere, non solo in Italia, ma soprattutto in Europa e nel mondo, la Juventus si evolve. Cambia la propria pelle per conservare la sua essenza. Per essere competitiva con le nuove potenze economiche che hanno invaso il mondo del calcio conservando allo stesso tempo la propria anima, il suo eterno legame con la famiglia Agnelli, per mantenere la propria identità italiana, per non essere acquisita prima o poi da arabi, cinesi, russi, americani o dover cedere il passo a squadre di proprietà degli stessi, la Juventus accelera, viaggia nel futuro e lo trasporta nel presente. Unica tra le storiche “grandi” ad essere (o destinata ad essere) ancora di proprietà italiana, rinuncia ad ogni riferimento alla città di Torino, perché è mondiale. La Juventus è dei suoi tifosi, sparsi in tutto il mondo. Mentre altre società hanno presidenti fantasma, acquirenti misteriosi, faticano anche solo a progettare uno stadio di proprietà o ne riparano di fatiscenti, la Juventus, dopo essersi adeguata all’Europa con lo costruzione dello Stadium, esce per prima dai tradizionali schemi delle società calcistiche creando un brand universale. Il vecchio stemma, scolpito nel cuore dei tifosi, è già vintage. Personalmente lo amo da morire, nella mia mente sarà sempre indicativo della Juventus intesa come squadra di calcio, ma il nuovo significa anche molto altro, indica il J World. Metabolizzato il cambiamento, appariranno vintage anche tutti gli altri, perché noi saremo già oltre. Una scelta pragmatica, dettata da una finalità precisa: vincere e migliorarsi per continuare a farlo sempre più. Mentre altri utilizzano le società di calcio come strumenti di espansione per le proprie attività principali, che nulla hanno a che fare con lo sport, la Juventus si espande, ma sempre in funzione di se stessa e dei suoi tifosi: per vincere. La scelta di ampliare il proprio potenziale, di abbracciare il mondo, di evolversi, è funzionale alla vittoria sul campo, è per aumentare le possibilità di primeggiare all’interno del rettangolo di gioco, senza dover perdere la propria essenza. Nel viaggio con la JLorean ho visto bambini che si innamoreranno del marchio J, che si fideranno del marchio J, garanzia di stile e qualità, persone che indosseranno tranquillamente e in ogni occasione abiti griffati J. La J sarà ovunque, un sogno per noi, il peggior incubo per gli avversari. Sicuramente a molti è venuto in mente il paragone con i New York Yankees, io stesso da bambino ho indossato NY probabilmente prima ancora di conoscere il reale significato di quelle due lettere intrecciate. Così, perché mi piaceva. Ecco, la Juventus va ancora oltre, quella J che sembra abbracciare uno scudetto o una coppa se unita alla sua immagine speculare, punta in realtà ad avvolgere il mondo. Ci sono e ci saranno coloro che sono tifosi prima, clienti poi. Ci saranno quelli che nasceranno come clienti per poi magari diventare anche tifosi. La semplice lettera J ricondurrà automaticamente alla Juventus. Il JFuture è già iniziato.
Avv. Domenico Quarracino