Primeggiare è una vocazione per la Vecchia Signora: tra i vari record… più scudetti, più blasone, più spocchia magari, primo stadio di proprietà e quant’altro… non ci si stupisce quindi se nel suo palmares oggi può vantare pure il primo Daspo comminato per un illecito accaduto assolutamente per fatti non connessi ad un evento sportivo.

Scena prima: è il 27 maggio dello scorso anno. Alcuni tifosi juventini come ogni anno commemorano la morte dei 39 tifosi allo stadio Heysel. Prima una toccante cerimonia in Comune e poi tutti in corteo per il centro città. È quasi l’una di notte quando alcuni tifosi transitano per via dei Mercanti davanti ad un locale notoriamente frequentato dai tifosi granata. Vuoi la serata ricca di suggestioni, vuoi che l’Heysel è una ferita aperta che non vuole rimarginarsi, vuoi che sia volata qualche parola di troppo, sta di fatto che i supporter bianconeri fanno irruzione nel locale e lo devastano. Da precisare che la marcia era finita e le persone stavano tornando a casa. Inoltre sono stati per primi i tifosi avversi a scagliare una bottiglia di vetro.

Fin qui cronaca di ordinari comportamenti beceri di cui giustamente la Procura deve occuparsi per sanzionarne il comportamento, che so, contestando i reati di danneggiamento e lesioni, magari anche aggravate se ne ricorrono i presupposti, e giù una pena esemplare. Tutto giusto, anzi, doveroso. Una piccola parentesi: è stato contestato anche il reato di rapina, perché un tifoso juventino ha preso un giubbotto incustodito su una sedia e subito fuori lo ha rilasciato. Anche i profani del diritto sanno che per il reato di rapina occorre una  condotta violenta contro una persona; qui parliamo di un giubbotto incustodito… e non strappato a chicchesia.

Invece, appunto, è la Juventus, sono i suoi tifosi.

In campo gli avversari giocano le partite della vita, forse il Ministro dell’Interno non voleva essere da meno:  DASPO per i protagonisti. Interpretazione estensiva. Estesa fino ad un’altra fattispecie?

Così deve essere sembrato ad uno dei Tifosi che affidandosi all’avv. Ennio Galasso ha promosso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, il quale però lo ha respinto.

Il ricorso si basava sul fatto che una commemorazione non è una manifestazione sportiva; è come se una commemorazione di un sindacalista fosse intesa come una manifestazione sindacale. In pratica, visto questo precedente, qualunque supposto reato commesso da un tifoso di calcio dovrebbe avere come pena accessoria il Daspo. Persino la giurisprudenza è di segno opposto. L’unico caso simile riguardava dei tifosi della Lazio. In quel caso il Tar ha accolto il ricorso e annullato il Daspo.

Ma qui appunto, si ribadisce, si parla di Juve!

Il Tar Piemonte sostiene che il Daspo può essere comminato non solo se la condotta è realizzata “in occasione” di una partita, ma anche “a causa” di una partita… (ecco come arrampicarsi sui vetri…)

Qui parliamo di una partita di 31 anni fa!!

Infine giova ricordare che i tifosi in questione fanno parte del gruppo organizzato “Tradizione”. Essi mai si sono resi responsabili di comportamenti sanzionabili dentro e fuori lo stadio e inoltre è un gruppo dedito alla beneficienza, e non vi dico di più poiché la beneficienza deve essere fatta in silenzio.

È di tutta evidenza che l’intera materia va rifondata. Non sono nemmeno garantiti i principi fondamentali del diritto come per esempio il diritto di difesa e comunque tale sentenza sarà impugnata in ogni grado di giudizio. Seguiranno approfondimenti e aggiornamenti sullo stato del procedimento.

Il precedente non è di poco conto e che sia la nostra Bandiera ad essere usata come vessillo dell’avanguardia, non ci stupisce. La Juventus in questi anni, in campo e nelle aule di giustizia, ha reso reali, cose che voi umani…

Tuttavia anche in questo caso, ancora una volta si lotterà… FINO ALLA FINE!

Avv. Alessandro Vaccaneo