I viaggi della vita, tra stazioni che hanno segnato il nostro passo ed altre, ci portano sui luoghi dei ricordi. La Juve , a differenza di Carducci che tornava nei luoghi della sua infanzia rimpiangendo il passato, guarda alle memorie senza nostalgia perché i momenti che hanno segnato la storia sono e saranno sempre un punto di partenza e perché , in casa bianconera, passato e futuro viaggiano sempre sulla medesima scia…quella della vittoria.
Reggio Emilia ottobre 2016: Era una notte buia e tempestosa , pare una favola che debba incutere timore ai bambini ed invece è la notte in cui la Juve vide le streghe, Segnò Sansone ma , a morire furono soltanto i filistei poiché, da quel momento, la Juve trovò la propria identità. Ora si torna su quel luogo che, più che essere metafora di un delitto, rappresenta l’icona della resurrezione quasi fosse il fiume Giordano di San Giovanni Battista. Ora, come in ogni ritorno che si rispetti ,pare che lo stadio emiliano possa chiudere un cerchio invece , la Juve non ha mai chiuso un’ era ma ha sempre costruito una nuova alba senza attendere il tramonto.
La partita col Sassuolo ha pochi precedenti a dire la verità, quello vittorioso, paradossalmente, scatena più polemiche che gioie poiché in quel lunedì sera di Maggio 2014, la Juve , sobillata da Antonio Conte che voleva , ad ogni costo il record dei 100 punti, lasciò sul terreno di Reggio anche l’anima e si ritrovo’ svuotata nella semifinale di ritorno allo Juventus Stadium contro il Benfica non riuscendo mai a tirare in porta e concludendo a reti bianche una partita che l’avrebbe proiettata nella storia. Come logica impone, lo sport è specchio della vita mentre noi, con la mente, già intravediamo quel pomeriggio emiliano e le maglie neroverdi rivali. Sopra il cielo , al termine della sfida, ci sarà il tramonto arancione, viceversa nei cuori bianconeri ancora sprazzi di lune di quelle magiche notti a cui la Nostra Signora ci ha abituato .
Daniel Pisani