Allegri si fa buio quando in conferenza stampa pensa al goal subito, perchè quella rete a pochi secondi dal termine rovina il suo record. La Juve col Palermo prende la rincorsa per saggiare la forma e la reazione di se stessa. Le due reti dell’ex Dybala, il ritorno al goal di Marchisio, la continuità di Higuain, i dettami assimilati dai suoi ragazzi, gli sfoghi duri e capricciosi di Dybala prima ma presto coccolato tra le braccia di Allegri una settimana dopo per finire poi a quelli di Bonucci seppur frutto di un malinteso ma come sempre il tutto,ma proprio tutto, come sempre si riduce a un bel “nulla di fatto” e si riparte da capo. Questione di stile.
Ci sta tutto: la trance agonistica è maschia si sà e pregna di rischi dove gestirla appare cosa per niente facile. Allegri è contento di alcune cose e di altre… ancora no. La palla che “rotola” anzichè “viaggiare” questo tra i tanti concetti espressi in conferenza stampa. La storia della squadra favorita perchè il Barcellona è stato eliminato non si addice certo alla mentalità del tecnico livornese che fa il pompiere e riporta tutti con i piedi in terra.
Filotto a metà. Prima Cagliari e poi Palermo per seguire con Empoli in casa e Udinese in Friuli con nel mezzo la prima gara di andata con il Napoli per la coppa Italia. Insomma, una serie di precisazioni pregne tuttavia di evidente cautela pur sapendo che questa squadra ha margini di miglioramento assai ampi.
Oporto Estádio do Dragão. Comincia la giostra delle emozioni, la voglia di partecipare al gran galà del calcio che conta, l’ennesima rincorsa a un trofeo “maledetto” per quanto affascinante, alla voglia di confrontarsi con il nuovo modulo europeo. Massimiliano ci va cauto perchè lo dice da sempre che si festeggia a maggio: ma ora solo pedalare. Massimiliano questo lo sa.