goal
( Emanuele Tonini)

La sconfitta di ieri sera allo Stadium contro il Sassuolo, ha portato alla luce quello che tutti sanno, manca il goal, ovvero la coperta è corta.  Mettendola in termini calcistici, che è poi l’argomento di cui ci occupiamo,  possiamo affermare che ci troviamo a fare i conti con un attacco spuntato e un centrocampo,  il cui solo innesto di Locatelli non può bastare ad innalzare la qualità del reparto. Partiamo dunque dall’ attacco, che pare essere la questione più spinosa,  dati alla mano infatti possiamo vedere come il reparto avanzato bianconero,  risulti essere il decimo attacco per tiri di media e il dodicesimo!!! per tiri in porta. Ora questi dati potrebbero riguardare una squadra di metà classifica,  ma pensare di accostarli alla Juventus, fa rabbrividire. La partita di ieri sera, ha detto che i bianconeri hanno tirato 11 volte, ma soltanto tre volte nello specchio della porta, ciò porta a credere che con queste statistiche, difficilmente si potrà lottare per la conquista dello scudetto. Purtroppo la partenza di Ronaldo pochi giorni prima della chiusura del mercato, ha messo terribilmente a nudo questa lacuna, rendendo di fatto impossibile trovare un degno sostituto, la società infatti ha dovuto ripiegare in fretta e furia su Moise Kean, giocatore ceduto senza tanti rimpianti solo due stagioni orsono. Ora bisognerebbe capire che il giocatore goda o meno della piena fiducia del tecnico, ma le statistiche per ora restano impietose,  difatti la coppia composta da Kean appunto e Morata ( altro caso spinoso ), hanno realizzato in due, appena quattro goal, un po poco per una squadra con velleità di vittoria. Il capocannoniere della squadra è Dybala che però non è propriamente un attaccante, con tre goal.

Fino allo scorso anno , il peso dell’attacco verteva quasi esclusivamente sulle spalle di Cristiano Ronaldo, non a caso il lusitano nei tre anni di permanenza in bianconero,  ha realizzato qualcosa come 103 gol, tanto per fare un paragone, Dybala ha impiegato il doppio degli anni per centrare lo stesso risultato. Ovvio quindi che non avendo una prima punta di peso, si doveva fare affidamento su CR7, adesso partito lui, il peso dell’attacco deve essere ridistribuito tra tutti, e di conseguenza ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, portando in dote quei goal lasciati dalla partenza di Ronaldo. Purtroppo anche ieri sera l’apporto di Alvaro Morata è risultato praticamente nullo, ha girato molto spesso a vuoto e nell’unica occasione capitatagli, al momento del tiro ha perso l’attimo, perdendo palla. A onor del vero bisogna dire che molto spesso le punte non sono ben rifornite dal centrocampo,  ma quei pochi palloni che arrivano, vengono sprecati. Gli unici forse che possono dare un po di fosforo al reparto avanzato sono Dybala appunto e  Chiesa, che centravanti propriamente non sono, però hanno uno spiccato senso del gol e quindi trovare la via della rete. Finora le vittorie ottenute, sono arrivate tutte con un gol di scarto, o per dirla con un termine caro all’allenatore labronico, di horto muso, ma questa se vogliamo chiamarla tattica non sempre può portare alla vittoria, e molto spesso basta il minimo errore o ingenuità per rischiare di non vincere. Sembra infatti manchi quella cattiveria sotto porta e ciò si traduce in gol sbagliati. A gennaio difficilmente vedremo movimenti in entrata per il reparto offensivo, bisognerà verosimilmente attendere l’estate,  quando, liberandosi di alcuni contratti onerosi, si potrà far conto su risorse da destinare all’attacco. Il centrocampo,  è un’altra spina nel fianco,  purtroppo nel corso degli anni, abbiamo visto via via impoverirsi il tasso tecnico che aveva portato il reparto ad essere uno dei migliori in Europa. Un centrocampo di modeste qualità che non fa filtro e non riesce a rifornire a dovere le punte, porta la fluidità della manovra d’attacco a risentirne, con conseguente diminuzione della pericolosità sotto porta. Vedremo se a gennaio, le poche risorse a disposizione saranno concentrate per portare a Torino un centrocampista di qualità,  anche se il sogno non poi tanto segreto del popolo juventino,  sarebbe quello di rivedere la mitica maglia numero sei, di nuovo indossata dal Paul Pogba. Nel mentre attendiamo qualche innesto nel mercato riparazione, bisognerà fare di necessità virtù, e ritrovare quella compattezza e forza che ha sempre contraddistinto la storia della Juve, quindi credere che i giochi non siano chiusi e lottare per tornare a primeggiare.