UNA JUVE CONVALESCENTE
(di Massimiliano Fantasia)
Dottore, cos’è che non va? Cosa sta succedendo a questa juve che nel 2024 sembra completamente un altra squadra,come se all improvviso tutti avessero dimenticato perfino le cose più semplici,come se tutto ad un tratto il pallone è diventato per tutti troppo pesante da far salire l angoscia .Possono e possiamo avanzare milioni di ipotesi, ma al momento la Juventus resta un grosso punto interrogativo su tutta la linea. Addirittura da ….. analisti come nel caso del dottor Vercelli ,chiamato dalla società per cercare di capire dove nasce il problema,cosa ci sia alla base di una simile involuzione e trovare una soluzione evitando cosi di perdere quanto di buono e’stato fatto lungo tutto il girone di andata.La squadra ha perso il brio,entra in campo svogliata senza idee. Se la medicina potrà essere una vittoria sudata e sofferta come quella contro il Frosinone, potrà dirlo solo il tempo. Se i tre punti ottenuti ieri daranno la carica ad una squadra che aveva solo  bisogno di tornare a vincere, può raccontarlo esclusivamente il campionato, in ogni sua forma e direzione.  La Juve però non è cambiata. Cioè: è sempre fragile. Ha preso 7 reti nelle ultime 5 partite e dietro, senza Bremer prima e Danilo poi, si è trovata smarrita nell’unica strada che sembrava sicura e priva di insidie, quella sulla quale aveva costruito le fondamenta del proprio sogno. Ecco perché insistiamo nel crollo di certezze che si fa pure crollo emotivo: staccare la spina è imperdonabile se ti chiami Juventus, ma è naturale leggendo i nomi di questo gruppo, che ha per lo più ragazzi che campioni.

Di tutto il lavoro fatto nella prima parte di stagione resiste prevalentemente questo e soltanto questo: il carattere. Ma è un soffio di vento, è un pallone che entra invece di uscire. E’ un castello di sabbia, come ha già mostrato di essere questa Juventus. Una bella promessa di futuro: alla prima ondata, però, va tutto giù. Forse fa parte di quel  percorso di crescita di cui tanto parla Allegri e forse bene o male, devono passarci tutti nello  stesso modo sia chi un giorno potrà diventare un campione, sia chi dimostrerà di essere semplicemente uno dei tanti che campa rincorrendo un pallone. È una strada obbligatoria che bisogna percorrere