In campo per smentire il proverbio non c’è due senza tre la Juve veste di gran gala , schierando il modulo offensivo con cui ha annichilito la Lazio domenica scorsa…
Questione di tattiche e non solo calcistiche…il Milan, grazie ai suoi “media”, ha trasformato la Supercoppa, a posteriori, in una sorta di surrogato della Champions, la Juve, a priori, mette l’abito da sera , anticipando, anche nel fascino, i mercoledi di coppa che, da qualche anno, a lei sola appartengono.
I destini delle due squadre si incrociano ancora ,per la 5 volta, una contro  l’altra armate, da Aprile dello scorso anno la Juve si schiera con il 4-2-3-1 , per qualcuno , in realta’ e’ un 4-4-2 considerando che Mandzukic  gioca nel ruolo di ala, e’ il bello del calcio, un mondo in cui la verita’ esiste ancor meno che nella filosofia greca.
 Montella risponde con il 4-3-3 e con una consapevolezza dei suoi mezzi come raramente si e’ visto negli ultimi anni.
Dopo 2 minuti la Juve e’ gia’ in pressione e ha gia’ tirato per 2 volte nello specchio della porta , con due tiri che non impensieriscono Donnarumma .
Il Milan cerca di pressare alto per impedire alla Juve di giocare palla a terra.
La Juve alla prima occasione non perdona con il solito Dybala che, al 10,  raccoglie un cross di  Ashamoah e da ragazzino spericolato non ci pensa due volte a scatenare il suo magico destro che non da’ scampo a Donnarumma.
Al 17’ Juve ancora pericolosa con il solito Asamoah che , questa volta crossa per Cuadrado che viene anticipato da Antonelli  proprio poco prima di calciare.
Ancora il ganese crea scompiglio nella difesa rossonera , procurandosi un calcio di punizione per un fallo di Kucka che viene ammonito : la posizione e’ quella prediletta da Pjanic che , con una pennellata, supera la barriera e mette alle spalle di Donnarumma il punto del 2-0.
Al 28’ la Juve va in rete per la terza volta con Sami Khedira che riprende una respinta di Donnarumma dopo un tiro di Hugain dentro l’area di rigore ma l’arbitro Irrati annulla correttamente per fuorigioco del tedesco.
Al 28 viene ammonito Pjanic per fallo tattico.
Dopo 30 minuti i rossoneri hanno il 67% di possesso palla ma ancora nessun tiro in porta
Prima dell’intervallo la partita vive qualche sprazzo di nervosismo e Irrati ammonisce Mandzukic  per un intervento su Kucka non propriamente ortodosso.
In estrema sintesi , alla fine del primo tempo qualita’ e quantita’ sono state solo patrimonio della Juve mentre Bacca, il terminale del Milan, in pratica non ha mai visto il pallone.
La sensazione e’ che Allegri abbia trasmesso ai suoi giocatori la rabbia che aveva palesato  al termine della gara di Supercoppa.
All’8 Bacca dimostra di essere sempre devastante, se ben servito all’interno dell’area di rigore, fulminando Neto nell’unica occasione avuta girando in rete al volo il pallone nella porta bianconera.
Nemmeno il tempo di metabolizzare il bel gol di Carlos Bacca e il Milan rimane in dieci per la giusta espulsione di Locatelli reo di commettere un fallo piuttosto evidente in scivolata  su Dybala.
Al 57’ la Juve sfiora la terza rete con un cross di Cuadrado che Mandzukic di testa cerca di trasformare in un assist per il Pipita ma viene anticipato da Abate.
Sul corner seguente e’ lo stesso Marione a sfiorare il palo con un colpo di testa dei suoi.
Montella rischia il tutto per tutto : fuori un difensore, Abate e dentro un centrocampista Suso.
Allegri risponde al 66 sostituendo Dybala con Alex Sandro che va a fare l’esterno di centrocampo.
Al 69’ per poco i rossoneri non trovano il pari, grazie ad una punizione di Kucka che Neto riesce a respingere con un po’ di affanno.
La Juve sembra accusare il gol di Bacca e pare smarrire le sicurezze mostrate nella prima frazione; Huguain tuttavia  manda in delirio lo Stadium con una azione difensiva che dimostra tutta la sua determinazione agonistica.
Al 75’ la Juve va vicina al colpo del KO con un tiro di Khedira respinto in extremis dalla difesa rossonera.
Al 78’ in seguito ad una punizione , uno schema bianconero di pregevole fattura con Pjanic che appoggia per Higuain che di prima intenzione mette alto di poco sopra la traversa.
Al 81 la Juve mette in atto una azione da manuale del calcio spettacolo e solo Donnarumma impedisce a Pjanic a di mettere il punto esclamativo strozzando in gola il grido dello Stadium.
Al 90’ Montella prova a buttare nella mischia anche Honda al posto del positivo Bertolacci ma dopo 3 minuti arriva il fischio finale di Irratti e lo Stadium puo’ finalmente esultare.
Per un tempo il diavolo ha avuto paura degli angeli bianconeri, poi nella ripresa la Juve ha lottato contro i suoi incubi ma questa volta gli incubi del passato sono svaniti e il pubblico, festante puo’ finalmente esulare sotto la luna di una gelida notte di Gennaio.
                                                                                                           Daniel Pisani