Dopo Firenze la svolta. Mister Allegri ha sorpreso un po’ tutti, non tanto per il cambiamento del modulo adottato, quanto per i suoi interpreti. Non è solo una questione di numeri, ma di atteggiamento, d’intenzione, di voglia di scoprire sin da subito sul tavolo da gioco la propria mano migliore. Si è parlato e scritto molto di 4-2-3-1, ma in realtà lo schema è alquanto elastico e relativo. Se, infatti, nella partita contro la Lazio effettivamente la Juve è parsa essere disposta in campo secondo la suddetta disposizione tattica, nelle successive il 4-2-3-1 è diventato sempre più un 4-4-2, dove Mandzukic e Cuadrado ricoprono il ruolo di esterni di centrocampo e Dybala di seconda punta sempre più affiancata al principale terminale offensivo, Higuain. Un 4-4-2 che è parente stretto del 4-2-4, se si considera che i due laterali di centrocampo sono in realtà giocatori con peculiarità prettamente offensive e, di conseguenza, nella fase d’attacco di fatto la Juve gioca con quattro punte, perchè sia le due centrali che laterali partecipano attivamente, costantemente e all’unisono alla manovra offensiva. In considerazione sia della disposizione base che dei compiti che svolgono, se proprio si vuole schematizzare la disposizione in campo dei bianconeri, credo trattasi di un 4-4-2 o 4-2-3-1, a seconda della posizione di partenza di Dybala, con interpreti molto offensivi. Andiamo, quindi, a passare in rassegna le caratteristiche di questa nuova Juve, reparto per reparto, non soffermandoci ovviamente sul nostro mitico n. 1, Buffon.

Difesa: lo schieramento a quattro consente un giro palla più produttivo, poiché non vi sono più i tre centrali che si passano reciprocamente e a lungo la sfera, ma due, quindi vi è uno sbocco più rapido sui cosiddetti terzini. La presenza in campo di Chiellini, meno dotato tecnicamente degli altri centrali, rende meno fluida la gestione della palla  da dietro; il Chiello, inoltre, in alcuni casi tende ad avanzare troppo palla al piede, cercando anche l’impostazione, non sempre con ottimi risultati. Con Bonucci- Barzagli (Rugani o Benatia), la gestione della palla appare più tranquilla e fluida. Di converso, la presenza di Chiellini garantisce una cattiveria agonistica e una pressione sull’uomo maggiormente stressante per l’avversario. Nelle partite clou, un Chiellini al top lo vorrei sempre dalla mia parte. Gli esterni bassi, o se si preferisce terzini titolari, sono indiscutibilmente Alex Sandro e Lichtsteiner. Il brasiliano, erroneamente considerato da molti un giocatore prettamente offensivo, è in realtà un calciatore universale, che garantisce qualità e quantità in entrambe le fasi di gioco; può ulteriormente migliorare nella fase difensiva, a mio giudizio già di alto livello, ma pochissime squadre al mondo possono vantare un terzino (termine che sta alquanto stretto al brasiliano) così completo per forza, velocità, resistenza e doti tecniche. Lichtsteiner lo conosciamo bene, è un terzino destro a tutti gli effetti, ma non dimentichiamo che per anni è stato utilizzato come esterno destro, quindi anche con grande licenza di offendere, nel 3-5-2, così come del resto è stato utilizzato anche A. Sandro. In sintesi: i due terzini sono sì difensori, ma anche giocatori che partecipano e incidono, chi più e chi meno, nella fase offensiva. Quelli che nel 3-5-2 hanno il compito di coprire tutta la fascia, che in fase difensiva si abbassano formando una difesa di fatto a 5, nella difesa a quattro sono i due esterni bassi che supportano e dialogano con i due esterni offensivi.  Asamoah è attualmente il sostituto di Sandro, mentre credo che solo in alcune partite, contro certi avversari o in determinate circostanze, potremo vedere contemporaneamente in campo  Daniel Alves a desra e  A. Sandro a sinistra in una difesa a 4. Alves, infatti, è un giocatore molto più incline alla fase offensiva che difensiva.

Centrocampo: nelle presente analisi considero il centrocampo schierato in linea a quattro. Nelle ultime partite i due interni sono stati Pjanic e Khedira. Onestamente, in virtù delle caratteristiche dei due, se me lo avessero detto non ci avrei creduto prima di vederli. Entrambi, infatti, non sono mediani di rottura, di corsa, di recupero palla, nessuno dei due è un “cagnaccio” insomma. Potrebbe venire alla mente un paragone con i Xabi Alonso-Khedira del Real di qualche anno fa o con gli attuali Modric-Kroos, ma comunque le caratteristiche dei giocatori, di allora e di oggi, sono diverse. Entrando nello specifico, sono convinto da tempo che Pjanic debba stare esattamente lì dov’è, ossia centrale di centrocampo, deve ricevere la palla libero di poter guardare il campo davanti, di poter impostare. Non ha, infatti, le caratteristiche fisiche richieste ad una mezzala pura: deve giocare centrale, in mezzo al  campo, non può sfiancarsi in rincorse laterali, non può coprire, senza risentirne in lucidità, una grossa porzione di campo. O meglio, non può farlo ad alta velocità. Il bosniaco non è, inoltre, un trequartista, non avendo il passo, il dribbling, la velocità richiesta oggi a chi ricopre quel ruolo. E’ un regista: offensivo se schierato a ridosso delle punte come è avvenuto in qualche partita o play basso alla Pirlo. Nei due di centrocampo come è schierato ora, sembra aver trovato la sua miglior collocazione. Khedira,  sopperisce ad un andamento compassato con l’intelligenza tattica, anche per lui dosare al meglio i movimenti è fondamentale, è comunque un centrocampista d’inserimento, non di rottura. In definitiva, definirei sia Pjanic che Khedira dei  centrocampisti comunque offensivi, non tipici mediani di contenimento. Per questo ritengo che schierarli, come ha fatto mister Allegri, nei due interni di centrocampo, sia stata una scelta coraggiosa e per certi versi sorprendente. Credo anche, che in determinate partite sia necessario avere, in sostituzione di uno dei due, un diverso centrocampista che abbini alla qualità una maggiore quantità (es. Marchisio) e, comunque, la mediana resterebbe molto offensiva. Nel centrocampo così schierato, infatti, è fondamentale che i centrocampisti abbiano entrambi anche una buona qualità di palleggio, a differenza che nel rombo o nel centrocampo a tre, dove è più facile collocare un mediano prettamente di rottura come è ad esempio Sturaro, che si era rivelato fondamentale nei tre/quattro di mezzo. Passando alle corsie laterali, credo che Cuadrado e Mandzukic siano imprescindibili per tale schema. Il colombiano, garantisce tutto: corsa, imprevedibilità, dribbling, assist, goal ed anche un’adeguata fase difensiva, in cui è migliorato molto. Fa davvero un gran lavoro. Super Mario, è un diesel instancabile che, se da un lato ha meno qualità nell’uno contro uno rispetto ad un Cuadrado o Pjaca, dall’altro alza il livello fisico della squadra, offrendo l’alternativa della palla lunga e ne eleva il carisma, l’agonismo e la personalità. Aumenta, inoltre, la pericolosità in area di rigore della Juventus, andando spesso ad affiancare Higuain. Imprescindibile.

Attacco: il tandem HD della Juve è una meraviglia. Higuain è il terminale offensivo ideale, gioca nella posizione a lui più congeniale, uomo goal e uomo assist, collocazione tattica perfetta. Per lui parlano i numeri, inutile dilungarsi oltre. Un pò trequartista, un pò seconda punta, Dybala può svariare liberamente sul fronte offensivo di gioco, dialogando con i compagni, offrendo assist, ma andando anche con una certa frequenza al tiro e al goal. Anche per lui, collocazione tattica ideale.

E’ chiaro, pertanto, che una difesa a quattro evita lo schiacciamento all’indietro tipico della difesa a tre e consente un gioco più arioso. Così come è evidente che ora quando la Juve attacca lo fa con più uomini, tant’è che l’area di rigore avversaria è maggiormente affollata ed i pericoli possono arrivare da ogni lato e con una gran varietà di azioni. Semplicemente, si è schierata maggior qualità in campo e ne beneficia anche il gioco. Tutto ciò, però, non sarebbe e non è sufficiente, senza l’impegno e il sacrificio dell’intera squadra. La Juve quando attacca è uno spettacolo, ma deve esserlo ancor di più quando difende. Può essere pericolosa sia dominando la partita, che contenendo quando deve e ripartendo. Ha gli uomini davanti per segnare in qualsiasi modo. Ciò detto, è doveroso sottolineare che nel calcio non esiste un modulo universalmente vincente. Esistono i giocatori e un insieme di caratteristiche che servono ad una squadra per essere completa. Sicuramente è meglio giocare tutte le carte a disposizione per non avere rimpianti. Per puntare al top in Europa serve coraggio. La strada è tracciata e la Juve ha il dovere di insistere, crederci e migliorare, sempre su questa via: attaccando il presente, per assicurarsi il futuro.

 

Avv. Domenico Quarracino