La Juve va e come un orologio perfetto non perde un secondo scandendo i minuti,le ore, e i giorni che la dividono dal grande momento quando la leggenda la accoglierà con tutti gli onori del caso.

Saranno sei i titoli che la vecchia signora porterà a termine alla fine di una lunga ed ennesima cavalcata, una storia fatta di emozioni che si ripete ormai da oltre 5 anni. Un meccanismo di gioco che al di là di schemi minuziosamente studiati  non sembra mai trovare il benchè minimo intoppo se non di qualche incidente di percorso che fisiologicamente ci sta pure. Anche la Juve è composta di esseri umani. Le trenta conquiste sul proprio campo è già storia e pietanza prelibata per gli statistici, record questo che  in Europa non trova similitudini. Cosa bizzarra è commentare malumori rivolti all’operato di un allenatore che meglio di quello che sta facendo non potrebbe essere ma il calcio e certi tifosi incontentabili caratterizzano la nostra realtà davvero tutta italiana. I meccanismi della Juve, dicevamo, sembrano oliati e rasentare la perfezione, il nuovo modulo ha convinto anche i più pessimisti che aspettavano il ritorno in Champions League per testarne il funzionamento. Il Porto è stato un avversario di esperienza in grado di dare subito una risposta idonea ai molti interrogativi. La Juve c’è anche in Europa seppur rivedibile per maggior garanzia, la Champions League è cosa complessa e la riconferma è sempre d’obbligo. Il trio delle meraviglie composto da Mandzukic-Higuain-Dybala è quanto di meglio si possa desiderare, roba per persone dal palato fino e raffinato. Gli schemi offerti dal mister Allegri e man mano assimilati dai suoi ragazzotti stanno offrendo le risposte che tutti speravano. Una nota evidente però non passa certo inosservata all’attenzione generale che è quella di una diversa reazione fatta di velocità ed inserimenti rapidi con coralità tra gli attaccanti. Insomma la sensazione che manchi qualcosa specie sotto il profilo della fantasia e della costruzione: quell’ultimo passaggio smarcante nello stretto. Un riferimento quanto mai intuibile  rivolto a  Dybala ed è questo che si evidenzia, che piaccia o no, quando il giovane campione argentino non è della formazione. L’intuizione di Paratici e Marotta nell’acquisire i servizi del giovane campione di Laguna Larga rappresenta uno dei colpi più importanti degli ultimi anni, quella che molti definirebbero la famosa “differenza”. Colpo ancor più grande da adesso è quello di trattenerlo per più tempo possibile.