La sfida tra Juventus e Napoli porta alla mente grandi partite, grandi giocatori e soprattutto grandi emozioni.
Se pensiamo agli scontri fra queste due squadre, i ricordi cominciano subito ad affiorare: Maradona, Platinì, Cavani, Del Piero e l’eterna rivalità che comincia da lontano e probabilmente si accentua a partire dal trasferimento di José Altafini 45 anni fa, da Napoli a Torino, 712 chilometri che separano le due città e che separano due modi diversi di giocare e di seguire il calcio.
Napoli è calore, Napoli è passione, il tifo del San Paolo è quello che da la spinta in più ai suoi calciatori, camminando per le vie del centro ovunque ci sono magliette, statuine o qualsiasi altro tipo di oggetti che celebrano la squadra partenopea. Squadra bella da vedere e che ha sempre cercato di esprimere un gioco spettacolare che però a volte, non risulta efficace.
Torino è più fredda e non è solo una questione climatica, più composta, ma l’aria che si respira allo Juventus Stadium è diversa da qualsiasi altro stadio, ti coinvolge, quasi ti abbraccia per 90 minuti. La “vecchia signora” cinica, capace di attendere e di colpire al momento giusto, fredda proprio come la sua città, senza pietà negli ultimi anni ha risparmiato poche avversarie e più che alla spettacolarità si punta sempre alla vittoria, perché vincere è l’unica cosa che conta.
L’ultimo scontro fra queste due città in termini calcistici risale al 29 ottobre del 2016, la partita bloccata sull’uno a uno viene risolta proprio da lui: Gonzalo Higuain.
“Core ‘Ngrato“, così lo chiamano a Napoli e da quella partita ancora più odiato, ma il calcio è anche questo e le gesta di un campione vengono dimenticate in fretta e a quel punto a essere ingrato non è più il giocatore ma è il tifoso stesso.
Dalla scorsa estate dunque la rivalità si è accesa maggiormente e, come il fuoco greco, sarà destinata a non estinguersi mai.