“Potremmo ritornare“; è il ritornello della nota canzone di Tiziano Ferro, fortemente affine per certi aspetti anche al mondo del calcio e alle situazioni di “suspense” legate al “ritorno degli ex”, perché in fin dei conti – volente o dolente – qualsiasi giocatore/allenatore lascia un segno indelebile, piccolo o grande, in una squadra in cui ha militato. Juventus-Inter non è soltanto il Derby di Italia, non si può ridurre esclusivamente alla più classica delle partite tra le due squadre più in forma del campionato (al momento), ma è anche infatti un ritorno a Torino di due ex juventini che in bianconero forse non si imposero significativamente, ma che in futuro si sono tolti e si stanno continuando a togliere grandi soddisfazioni. Uno è l’esterno nerazzurro Antonio Candreva, che , come ricorderete, la Juventus (ancora sotto la gestione Blanc–Cobolli Gigli) prelevò nel corso della sessione invernale della stagione 2009–2010 dal Livorno, dopo una prima parte di stagione a dir poco formidabile: il centrocampista, all’epoca 23enne, si trovò catapultato in una realtà forse persino più grande di lui, responsabilizzato eccessivamente e in un ambiente scosso continuamente dalle critiche (era il primo anno del famoso “biennio di perdizione”). Sotto la guida tecnica di Alberto Zaccheroni concluse la stagione con 16 presenze e 2 gol, per poi essere ceduto al Parma l’estate successiva, da cui ebbe inizio la sua definitiva maturazione. Ma tra gli ex occorre far menzione di un insospettabile… Ebbene sì, anche il tecnico interista Stefano Pioli ha un trascorso (da calciatore) tra le fila bianconere: Nel 1984 approda alla Juventus, dove rimane per tre stagioni in Serie A (al suo esordio assoluto nella massima serie). Debutta in Coppa dei Campioni nel 4–0 in trasferta ai finlandesi dell’Ilves, nell’andata dei sedicesimi di finale. Con i bianconeri gioca in tutto 35 gare di campionato, 13 di Coppa Italia (con una rete), 9 di Coppa dei Campioni e una di Coppa Intercontinentale, vincendo come rincalzo, poco più che ventenne, la Coppa dei Campioni 1984-1985, la Coppa Intercontinentale 1985 – dove, nella finale contro i sudamericani dell’Argentinos Juniors, nel corso del match, si ritrova a sostituire “un certo” Gaetano Scirea– e lo scudetto del 1985–1986. Chiude l’esperienza bianconera con 57 presenze totali, non riuscendo a confermare appieno le premesse del suo arrivo a Torino; lascerà la Juventus per approdare al Verona nel 1987. La carriera di Stefano Pioli da allenatore è invece sotto gli occhi di tutti: salvezza anticipata con il Chievo, un triennio con più alti che bassi alla Lazio e ora l’Inter, realtà in cui ha risollevato tempestivamente le sorti di una stagione che sembrava compromessa in partenza, tanto da far dichiarare al numero uno dei numeri uno tra i tifosi dell’Inter Massimo Moratti: “Per la Juventus quest’anno la pratica scudetto sarà una passeggiata“.