CON IL 4-2-3-1 È “JOYA” AL CUADRADO

È bastato il suo ingresso in campo all’inizio della ripresa per ribaltare le gerarchie di una partita che per i bianconeri si era messa in salita: Juan Guillermo Cuadrado è un vero e proprio asso nella manica per la Juventus di Massimiliano Allegri.

Il colombiano abbina l’intelligenza tattica al dinamismo, l’esplosività atletica alla visione di gioco, e ha più volte dimostrato di possedere tutte le carte in regola per vestire i panni di uomo “spacca-partita” nel 4-2-3-1, anche partendo dalla panchina.

Non appena il sudamericano ha messo piede sul manto erboso dello “Stadium”, le maglie della difesa del Napoli hanno cominciato ad allargarsi per contenere la sua vivacità, a beneficio di Paulo Dybala, che ha potuto godere di spazi più ampi per fraseggiare con i compagni di reparto e proiettarsi all’interno dell’area di rigore avversaria, fino ad ottenere il primo dei due penalty della serata.

Nel frattempo, Cuadrado ha continuato a sfornare cross a ripetizione dall’out di destra, mentre Gonzalo Higuaín, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dalla sinistra, ha portato la Juve sul 2-1: un parziale positivo, ma indubbiamente non così rassicurante in vista della gara di ritorno al San Paolo, dove ai campani sarebbe bastato vincere 1-0 per strappare il pass per la finale di Roma.

Così, ci pensano ancora una volta la “Joya” e la “Vespa” a confezionare una ripartenza d’autore, con l’assist dell’argentino a tagliare il campo e a premiare l’inserimento dell’ex Fiorentina, che viene affossato da Reina in uscita: il portiere spagnolo tocca il pallone con il braccio sinistro, ma colpisce vistosamente il laterale zebrato, che cade a terra. Inevitabile il fischio di Valeri, che assegna un altro calcio di rigore ai campioni d’Italia, trasformato ancora una volta con freddezza da Dybala.

Il resto, poi, è storia nota: il Napoli punta il dito contro l’arbitraggio, la Juventus esulta e si gode la sua “Joya” al Cuadrado.