Emozioni e gol a grappoli nella seconda brillante infrasettimanale di Champions. Sorride solo la Juve, perchè tutte le altre italiane masticano amaro, in alcuni casi amarissimo. Bene le inglesi, diverse sorprese, benissimo il Psg, malissimo il Madrid. L’Europa ritrova soprattutto una nobile protagonista, il Bayern, capace di annientare e distruggere i vice campioni europei, gli Spurs.


ConteAmarezza nerazzura

E’ un’Inter che continua a crescere, eccome. Al Camp Nou servono due prodezze del solito Suarez, ispirato da Messi e Griezmann, per abbattere la roccaforte di Skriniar e compagni, che reggono in vantaggio per più di un tempo grazie all’acuto di Lautaro Martinez. Conte chiude bene gli spazi ma non basta, si deve arrendere alla qualità, ai gol d’autore: finisce 2-1 e il tecnico pugliese mastica, seppur orgogliosamente, amarissimo. Amaro anche perchè il Borussia Dortmund rispetta i pronostici e grazie alla doppia del polivalente Hakimi, prodotto settore giovanile Merenges, espugna Praga battendo 2-0 lo Slavia. In classifica Barca in testa a 4 assieme ai gialloneri, per i nerazzurri troppo pesanti i due punti lasciati a San Siro col Praga.


Rimpianti partenopei

Dopo la straordinaria vittoria sul Liverpool, non riesce a decollare il Napoli di Ancelotti, azzurri storicamente abituati a buttar punti in partite sulla carta più facili. A Genk finisce infatti soltanto 0-0, al termine di una partita combattuta in cui forse, chiedete a Meret, sarebbe potuta andare anche peggio. Il Napoli non brilla, anzi, tutt’altro; Ancelotti lascia in panchina Mertens e Llorente, la coppia del momento, per rilanciare Milik. Il polacco è sfortunato, colpisce due legni, che accompagnano il palo colpito da Callejon. Legni che testimoniano come il Napoli, pur senza brillare, abbia comunque avuto grosse palle gol per vincerla. Ma ci si aspettava qualcosa di più, punto. Nessun caso Insigne, in tribuna per scelta tecnica. Ancelotti ha spiegato di non averlo visto in forma e avendo tante scelte, l’ha ripiegato in tribuna. C’è però da capire come l’abbia presa Lorenzo.


DEA, che dolore

DEA, CHE DOLORE! Chi mastica amaro, anzi, in questo caso amarissimo, è senz’altro l’Atalanta di Gasperini. Alla prima esperienza in Champions può succedere di tutto, è risaputo, ma fin qui la Dea ha raccolto meno di quello che meritava. Una volta steccato completamente il debutto a Zagabria, niente redenzione per i nerazzurri che perdono anche a San Siro con lo Shakhtar. Una sconfitta che brucia, eccome: apre Zapata, pareggia Moraes, l’Atalanta non si arrende ma invece di raddoppiare incassa in contropiede l’1-2 proprio all’ultimo respiro. Segna Salomon, Gasperini fanalino di coda di un girone che ha visto il Man City di Guardiola domare con tranquillità la Dinamo Zagabria: 2-0 all’Etihad, doppio squillo Sterling – Foden. Guardiola al comando con 6 lunghezze, Shakhtar e Dinamo a quota 3, ancora tristemente a secco l’Atalanta per cui si fa sempre più difficile.


Anfield, che paura!

A proposito di inglesi, Liverpool ok, ma da Anfield tornano tutti a casa sani e salvi dopo essersela vista veramente brutta. I Campioni d’Europa non avevano scelta, dovevano assolutamente battere il Salisburgo dopo la sconfitta di Napoli. Così partono forte e sembrano uccidere il Salisburgo: Manè, Salah e addirittura Robertson partecipano alla festa del gol, 3-0 dopo 36 minuti. Poi succede l’incredibile: rimonta pazzesca degli austriaci, 3-3 e brividi forti. Nel finale Salah spegne il loro sogno: doppietta personale e 4-3 finale.


Riscatto Blues

Bene anche il giovanissimo Chelsea di Lampard, che espugna Lille grazie ai gol di Abraham e del decisivo Willian, uno dei pochi elementi della vecchia guardia rimasti alle dipendenze blues. Finisce 2-1 per i londinesi, nel mezzo il pari di Osimhen. Una vittoria chiave per il buon caro Frankie, che sale a quota 3 e appaia il Valencia riscattando la sfortunata sconfitta d’esordio. Valencia sconfitto dalla protagonista assoluta della serata di ieri, una delle protagoniste d’eccellenza, tra l’altro, dell’ultima Champions League. Parliamo naturalmente ancora dell’Ajax di Ten Hag, capace di andare a strapazzare il Valencia al Mestalla. Finisce 0-3, gira tutto bene agli olandesi e tutto male agli spagnoli. Dopo la prodezza del solito Ziyech sbaglia infatti un rigore Dani Parejo; raddoppia Promes e Rodrigo colpisce il palo; nel finale chiude tutto Van De Beek. Torna l’Ajax, torna eccome, a far parlare di sè.


Lacrime di pioggia

Se sorridono Chelsea, City e Liverpool, l’unica inglese a soffrire amaramente è il Tottenham di Pochettino. E’ finito un ciclo a White Hart Lane, dopo 5 anni e passa straordinari. Quando sei arrivato in cima (finale di Champions) puoi solo scendere. Errori di mercato e di programmazione, tutto ciò che invece non ha replicato il Bayern, che spavaldo distrugge, umilia, annienta gli Spurs: al Tottenham Hotspur Stadium finisce 7-2, passeggiata bavarese, straordinaria doppietta di Lewandosky, fantastico poker di Gnabry. Surreale, davvero. Sono lacrime di pioggia quelle che dolorosamente accarezzano i capelli di Mauricio Pochettino. Le 32 stelle applaudono invece Kovac, il Bayern è tornato, eccome! In quel girone, tra l’altro, sorpresa Stella Rossa, che abbatte l’Olimpiakos e conquista addirittura il secondo posto: 3-1 a Belgrado, delirio puro, passione storica biancorossa.


Crisi Real Madrid

Chi non riesce a decollare, o quantomeno a tornare ai vecchi fasti, è il Real Madrid di Zidane, ancora una miscela di elementi di vecchio ciclo e nuovi spaesati innesti. Ci deve pensar Casemiro ad evitare il peggio, ma Madrid – Brugge finisce inesorabilmente 2-2 e le Merengues restano nei bassifondi dopo le tre scoppole di Parigi. PSG che sembra decollare, finalmente: vittoria pesantissima a Instanbul, la prima firmata Mauro Icardi, Galatasaray battuto 1-0. Parigini in testa con 6 lunghezze, grosso divario e dietro è tutto aperto: Brugge 2, Madrid e Gala 1. Merengues che non rischiano, sembrano aver ancora tutte le chance e capacità di passare il turno, ma tutto questo non può bastare. E il Bernabeu rumoreggia.

In chiusura grande vittoria dello Zenit che si impone 3-1 sul Benfica, stesso girone G del Lione che vola a vincere a Lipsia: 2-0, Depay e Terrier.

Ph. Giuliano Marchisciano / One + Nine Images