La Juve si ferma a Udine un campo amico e pregno di ricordi trionfalistici e di emozioni forse irripetibili per il modo come come si materializzò in passato una domenica che rimarrà indelebile nel cuore di ogni juventino. Dopo quell’indimenticabile 5 maggio che vide uno stadio ancora pieno di soli sostenitori bianconeri in attesa del fischio finale di Lazio Inter per poi esplodere in un irrefrenabile boato di gioia. Quest’oggi però  l’unica cosa che ci si aspettava era una vittoria per chiudere quasi definitivamente la pratica scudetto. 8 punti di vantaggio sui giallorossi non sono pochi ma 12 sarebbero stati più graditi ai tanti scaramantici e timorosi per una serie di ragioni plausibili e comprensibili anche. Tuttavia va ricordato, sempre, che esistono comunque gli avversari che hanno il compito di contrastare e giocare la propria gara con ambizioni proprie come per logica tra le tante anche quella di vincere. L’udinese e il suo tecnico Luigi Delneri (espulso per proteste) hanno provato a sovvertire quel trend che vede ormai la Juventus dominatrice assoluta da quasi sei stagioni e qualche volta succede anche che ci scappi il pareggio. Se a fermare la capolista Juve è l’Udinese si entra quasi nella storia. I friulani hanno raddoppiato e a tratti anche triplicato i giocatori di Allegri asfissiandone le iniziative. Una Juve apparsa non brillante e con evidente affaticamento di qualche singolo. Le uniche emozioni di una gara che a livello spettacolare ha ben poco da raccontare sono rappresentate da Bonucci e Zapata unici marcatori della contesa. Il primo pareggia con un bel goal le sorti di una gara pregiudicata proprio da una sua disattenzione mettendo il giocatore friulano in condizione di portare in vantaggio la squadra di Delneri. Delusione o consapevolezza che gli avversari qualche volta possono anche rappresentare l’ostacolo effettivo, un sottile filo che fa la differenza e che razionalmente deve essere sempre preso in considerazione. Le differenze ci sono chiaro, la Juventus viaggia su altri pianeti e a distanze siderali impressionanti ma per quanto fatto fino ad ora ci sta qualche flessione e in quella che potrebbe essere considerata una banalità le partite comunque vanno sempre giocate. Non deve esser questo un alibi ma una logica che fa parte del gioco del calcio come di qualsiasi altra disciplina sportiva che contepli un confronto con altri avversari. Un pareggio potrebbe star tretto certo ma per quando visto in campo va più che bene. La Juve ha evidenziato un fisiologico e assolutamente naturale rilassamento complice la numerosa sfilza di impegni ravvicinati, questa è sicuramente l’unica giustificazione quest’oggi. Questo campionato è tutt’altro che semplice e scontato come molti continuano a sostenere ma questo noi lo avevamo ripetuto più volte e adesso scatta subito la morbosa e pressante curiosità dando spazio a  interrogativi e riflessioni sul primo pareggio imposto alla Juventus. Anche questa è cronaca.