De Ligt

La fine di un’epoca?

Non credo di espormi troppo ma solo puntualizzare.

Per lo più quello che sta accadendo alla Juve ora non è poi tanto diverso da quello che succedeva ai tempi di Agnelli e di Boniperti. Chi ha più memoria storica si sforzi per ricordare.

Le frasi fredde ma chiare di Arrivabene sono come lame taglienti. Non ci si scandalizzi dunque su dette frasi. Accadeva ugualmente con il presidentissimo quando comunicava decisioni e redarguiva gli scontenti.

La Juve, da sempre, appartiene alla categoria delle società elette, di quelle costituzioni sportive che per loro fortuna appartengono a famiglie di alto prestigio e sicurezza economica dalle quali ne devi in cambio però assorbire sistemi e regole.

Le parole di Arrivabene dunque, sono pensieri riflessi, un uomo a controllo, un distinto signore delegato da altri al solo ripristino di certe regole e comportamenti che in questi anni sono sfuggite di mano. Riportare la chiesa al centro del paese è quanto aziendalmente si possa fare. La Juve, per chi spesso dimentica, è una piccola parte di un grande gruppo, un minuscolo ingranaggio che seppur minuscolo ma un bene di famiglia dai costi elevati. La passione, i traguardi ottenuti, le bandiere al vento hanno per così dire messo in second’ordine un controllo doveroso, essenziale. Andrea Agnelli è un tifoso vero, passionale e sincero.

La storia si ripete e come un copione scritto e ormai fin troppo conosciuto si applicano i regolamenti.
Ridimensionamento, stipendi con tetti più bassi ( come poter criticare questa che dovrebbe essere la regola applicata da tutto il sistema calcio), dunque Juve prima anche in questo. Che gli altri facciano pure ciò che desiderano, la ghigliottina del rischio economico è pronta col suo boia. La Juve ha posto freni e limiti, si è fatta male fin troppo e la ragione adesso deve necessariamente prevalere sulle passioni. Questione di sopravvivenza, questione di scelte sagge ma principalmente aziendali.

Dybala, Bernardeschi, ora De Ligt. Non si guarda in faccia a nessuno. Chi di cuore vive presto ne pagherà il prezzo più alto. Non si guarda in casa d’altri ma da certe parti dei Navigli le acque sono assai tormentate. Esempi? Si forse, ma ancor più prevenire è sicuramente più appropriato. Solo il tempo darà le risposte giuste. La passione lascia spazio alla sopravvivenza di uno sport sempre più distante dallo sventolio dei vessilli e sempre più pregno di freddezza organizzativa. Il mondo cambia e il calcio anche.

Dunque un addio è doloroso certo ma se ben pagato lo è assai meno. Questo è il calcio che cambia. Il calcio dei vessilli non esiste più. Tutti hanno ammainato le bandiere.