Uno juventino purosangue, un ragazzo che a vent’anni ha realizzato ciò a cui aspirava da bambino. Perché arrivare nella Juventus e giocarci da protagonista per più di dieci anni è il sogno di chiunque, specie per chi ha avuto la fortuna e l’onore di poter vivere fianco a fianco dei propri idoli di sempre. Questa settimana, l’ospite della nostra J-Interview è Antonello Cuccureddu, bianconero dal 1969 al 1981.

IDENTIKIT – Conta 434 presenze totali e 39 gol realizzati, ben 26 arrivati in campionato. Cifre che lo rendono il quarantaduesimo marcatore della storia bianconera, non male per non essere un bomber. 36657′ i minuti giocati in tutte le competizioni, che lo collocano come il numero 12 nelle classifiche all-time dei più presenti. A fronte delle 411 volte titolare, è subentrato in 23 occasioni.

PRESENZE/GOL CAMPIONATO COPPA ITALIA EUROPA
434/39 298/26 66/5 50/7

IL MIO AMORE PER LA JUVE –Quando ho iniziato a collezionare le figurine, ho iniziato ad amare questa squadra e i suoi idoli. Fin da piccolo, avevo nove o dieci anni mi sembra, è stato amore a prima vista con la Vecchia Signora“. Inizia così la chiacchierata con Antonello, un viaggio in cui scoprire come è nata la sua passione per i bianconeri, ma anche conoscere notizie in più sul suo esordio nella Juve: “Ho esordito a vent’anni con questi colori – ha proseguito -, col Brescia avevo vinto un campionato di serie b e mi ero guadagnato la promozione nella massima serie. Non era facile uscire in quel periodo dalla Sardegna“.

ESORDIO – Ma quale è stata la sua prima impressione quando chiamò la Juventus? Antonello lo ricorda come se fosse successo ieri: “Non sono svenuto (ride ndr), ma ricordo ancora tutto di quel trasferimento dal Brescia alla Juve. Iniziai l’anno con la squadra lombarda e in Coppa Italia sai chi affrontammo? I bianconeri a Torino! Dovevo sfidare la squadra dei miei idoli – confessa in esclusiva per ForzaJuvenews -, anni prima li vedevo solo nelle figurine, ora ci dovevo giocare contro. Allenatore? Era Luis Carniglia, li impressionai in quella partita e poi tornai con le rondinelle. Mi trasferii a novembre, esordii contro il Cagliari con la maglia numero dieci e feci anche gol. Pensa la sorte, segnai alla squadra della mia terra“. Quel Cagliari, poi, concluse con la storica vittoria del campionato al termine della stagione 1969-1970.

INTER – Le polemiche post Juve-Inter sono durate anche fin troppo. Perché non ricordare il calcio giocato? “Feci anche un gol contro i nerazzurri. Era una grande squadra in quegli anni, se andavi a vedere la formazione osservavi i grandi nomi che aveva da Mazzola a Burgnich passando per Facchetti, ce ne era un po’ per tutti. Ma anche noi eravamo forti – osserva Cuccureddu -, vinsi il mio primo campionato nel 1971 segnando il gol scudetto a Roma. Il Milan perse 5-3 a Verona, mentre si pensava ad uno spareggio a tre per via del pareggio momentaneo ottenuto dai rossoneri, a pochi minuti dalla fine arrivò la mia marcatura che ci fece trionfare“. Infine, un consiglio per le nuove leve: “La Juventus è un modello di vita, è una bella filosofia esistenziale perché ce l’hai dentro. Bisogna esserne orgogliosi“, conclude.

Mirko Di Natale 

Twitter: @_Morik92_

 Fonti dati: Juworld.net