La perfezione non esiste tantomeno nel calcio dove quello che apparentemente potrebbe sembrare scontato viene presto smentito. la Juventus è una macchina “quasi” perfetta certo perchè poi i risultati fin’ora ottenuti sono quelli che poi alla fine fanno la differenza e dalla società torinese qualche errore fisiologicamente possibile stona e a tratti meraviglia. Insomma forse ci si è abituati fin troppo bene dove vincere è la normalità, pareggiare è la preoccupazione, una sconfitta ogni tanto scatena polemiche e paure.

La vittoria di Genoa, dove contro i blucerchiati la Juventus non ha mai avuto terreno fertile ma sempre gare giocate sul filo del rasoio, risulta più ricca rispetto ai tre punti ottenuti perchè i campioni d’Italia con una gara in meno tengono a debita distanza la rivale Napoli che la prossima settimana verrà affrontato ben due volte nel giro di pochi giorni tra campionato e coppa Italia. Qualche voce di certi “scricchiolii” non trovano terreno fertile perchè ciò che appare in realtà non è. Massimiliano Allegri è un grande allenatore perchè pochi come lui sanno gestire equilibri di spogliatoio e spronare il gruppo ma la gran bravura del tecnico livornese sta tutta nel saper dosare le forze. Accadde ieri con gli inserimenti di Morata e poi di Dybala, stessa cosa si sta ripetendo oggi con Marko Pjaca. L’uscita di Dybala (risentimento muscolare) ha evidenziato una differenza di pressione e minor fantasia in fase di impostazione negli ultimi 10 metri. Inutile nascondersi dietro un dito ma la presenza dell’argentino in campo cambia i valori del reparto difensivo.

Marchisio  non ha giocato ma non ci sono motivi accreditabili a una scelta tattica. Il centrocampista reduce da un gravissimo infortunio è dosato nelle sue prestazioni specie alla luce di un recupero così prematuramente veloce. Sicuramente lo vedremo col Napoli e con il Barcellona dove le sue caratteristiche di impostazione e di marcatore saranno preziose per Allegri. Il giocatore non essendo stato impiegato in queste ultime gare non sarà convocato da Ventura,dunque una scelta tecnica in primis e in parte anche di pieno recupero fisico. La fase di recupero in oggetto è stata orchestrata di comune accordo con lo staff azzurro. Meglio preservare il centrocampista azzurro per un futuro più sicuro.

Gonzalo Higuain non segna da quasi un mese e si sa quanto per un attaccante questo elemento possa rappresentare motivo di stress e frenesia mettendo anche a repentaglio l’equilibrio d’intesa con i compagni di reparto. Spesso le sue reazioni non passano inosservate all’impietoso occhio delle telecamere, il suo volto, quello del pipita, contrariato e devastato da una fatica più psicologica che atletica. Ma il destino dei grandi attaccanti è questo e se cosi non fosse non si chiamerebbe Higuain. Tuttavia va spesso dimenticato che Allegri ha creato uno schema che potesse adattarsi alle caratteristiche del giocatore argentino. Certi meccanismi di lavoro a “tutto campo” vanno prima appresi e successivamente messi in atto. Il giocatore di Brest d’altronde rappresenta sempre la prima ed inequivocabile bocca di fuoco dell’attacco juventino, un elemento che con la sua pericolosità immancabilmente tira attorno a se 2 giocatori avversari creando superiorità numerica.

Complimenti al gruppo quindi e un voto speciale corre d’obbligo assegnarlo a Cuadrado autore del goal partita. Fantastica per intensità la prova di Asamoah sempre incontenibile sin dai primi minuti di gioco quando già faceva dannare la difesa martellando incessantemente con il suo esasperante uomo a uomo divincolandosi sempre o quasi dalla guardia del suo diretto avversario. Bellissima l’azione del ghanese fornendo l’assist vincente per Cuadrado. Allegri si è scaldato e non poco emulando quasi la fantastica permormance versione hulk contro tutti offerta contro il Carpi per le ingenuità commesse sul finire di gara quando la Juve ripiegava e a tratti con molta difficoltà non riusciva a reimpostare azioni offensive. Qualche momento di leggerezza c’è stato e questo va detto e sarebbe potuto costare caro. Qualcosa da farsi perdonare la retroguardia ce l’ha. Tempi duri in arrivo e avversari poco disposti a perdonare. Andiamo dunque a limare qualche problemino: distrazione-tirare prematuramente i remi in barca-gestione della gara a ritmi più bassi. Elementi questi da correggere tra le segrete stanze di Vinovo. Napoli e specialmente Barcellona non ammettono distrazioni.